Seno piccolo o ‘svuotato’: la mastoplastica additiva.

Quando il seno ha perso lo smalto della gioventù oppure è naturalmente piccolo si può incrementarne il volume e correggerne la forma con la mastoplastica additiva. Vediamo di cosa si tratta.

7 Settembre 2023
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Il seno ideale? Senza dubbio, quello della gioventù: una mammella compatta, proiettata in avanti, con il capezzolo al centro e rivolto leggermente in alto, e con il solco sottomammario poco pronunciato. Tutto ciò in teoria, perché nella realtà ogni seno presenta caratteristiche proprie e variabili che lo rendono bello nella sua unicità. 

Da un punto di vista estetico, forma e dimensione del seno sono geneticamente determinate. La mammella è costituita da tessuto adiposo e ghiandolare, dotti galattofori e linfatici, vasi sanguigni e nervi, tutti ricoperti dalla cute. 

La morbidezza è data dal rapporto tra tessuto adiposo e tessuto ghiandolare, più adipe più morbidezza, mentre la forma dipende da più fattori. Le mammelle di una donna giovane sono costituite da molto tessuto ghiandolare, poco tessuto adiposo e generalmente rivestite da una pelle molto elastica e di un certo spessore. Condizioni che le rendono consistenti e di forma ben definita. 

Nel corso degli anni gravidanza, allattamento, variazioni di peso, forza di gravità, cambiamenti ormonali e processo d’invecchiamento, modificano le proporzioni della componente ghiandolare adiposa. Con l’avanzare dell’età, il tessuto ghiandolare è progressivamente sostituito da quello adiposo che, insieme alla costante azione della gravità, rendono il seno meno consistente al tatto e ‘svuotato’. 

Un’operazione tailor-made

La mastoplastica additiva, che corregge carenze e perdite di volume del seno, è oggi uno degli interventi di chirurgia plastica più richiesti. Le tecniche chirurgiche sono varie e i fattori su cui si basa la scelta concernono i parametri biodimensionali della paziente, come ad esempio larghezza del torace, forma e diametro delle mammelle, ma anche condizioni cutanee e spessore del tessuto mammario. In altre parole non esiste ‘la tecnica perfetta’, quanto uno studio attento dello specialista che deve far incontrare, le attese della paziente con l’attuabilità delle correzioni. 

Cosa si può fare

La mastoplastica prevede molte variabili legate alla scelta della protesi, alla via d’introduzione, al posizionamento e alla necessità o meno di una riduzione della cute in eccesso. Durante la prima visita il medico valuta la situazione generale, le opzioni chirurgiche ed eventualmente la tipologia delle protesi da usare. Oltre a forma e dimensioni del seno, lo specialista studia eventuali asimmetrie preesistenti, come ad esempio quelle della posizione dell’areola-capezzolo.

L’anestesia è comunemente “generale” seguita da una notte di degenza. 

L’incisione può essere al solco sottomammario, periareolare o ascellare. Le protesi vengono posizionate in una tasca sottoghiandolare, sottomuscolare, oppure in maniera ibrida (tecnica dual plane), in cui la protesi è posizionata in parte sotto il muscolo e in parte a contatto con la ghiandola mammaria. Al termine dell’intervento, si applicano dei drenaggi, per limitare l’accumulo di siero e sangue. 

Tipi di incisioni 

Le protesi mammarie possono essere collocate utilizzando vari tipi d’incisioni, che variano in base a preferenze ed esperienza del chirurgo, ma anche alla preferenza della paziente circa la localizzazione della cicatrice. Ciascun tipo d’incisione presenta vantaggi e svantaggi specifici. 

Periareolare L’incisione viene effettuata a semicerchio, lungo il bordo inferiore dell’areola. 

✓ Vantaggi Può essere usata per ogni tipo di protesi, sia per un posizionamento sottoghiandolare che sottomuscolare, e offre la possibilità di abbassare il livello del solco sottomammario se necessario, lasciando una cicatrice ben camuffata nel punto di passaggio tra areola e cute più chiara.

✓ Svantaggi Non è praticabile in donne con areole piccole, (meno di 3 centimetri di diametro), dato che la lunghezza dell’incisione sarebbe insufficiente per consentire l’introduzione della protesi. Esiste una modesta interferenza con la ghiandola mammaria, che viene in piccola parte incisa. 

Sottomammaria Si tratta di un’incisione, di 3-4 centimetriadiacente al solco sottomammario. 

✓ Vantaggi Può essere usata per ogni tipo di protesi e permette di lasciare intatta la ghiandola mammaria, in quanto la protesi scivola direttamente sotto di essa.

✓ Svantaggi Il problema maggiore riguarda la visibilità della cicatrice se non è perfetta, legato alla difficoltà di far coincidere l’incisione con il nuovo solco che si viene a creare con l’inserimento. 

Ascellare Nascosta nel cavo ascellare, lontano dalla mammella, ha comunque una serie di limitazioni che la rendono consigliabile solo in casi selezionati.

✓ Vantaggi In questo modo non si genera una cicatrice direttamente sul seno. È indicata per donne con seno piccolo e solco sottomammario non ben definito.  

✓ Svantaggi Non permette di utilizzare tutti i tipi di protesi e fa aumentare leggermente il rischio di posizionamento errato delle protesi, che può generare asimmetrie tra i due solchi. In caso di revisione dell’intervento, di solito bisogna cambiare la via di accesso, aggiungendo così una nuova cicatrice. 

Collocazione delle protesi

Non esiste un posizionamento ideale. La scelta del piano di collocazione dipende dalle condizioni della paziente, dalla forma della mammella e dal suo volume, dal grado di ptosi (flaccidità) della pelle, come pure dalla grandezza della protesi scelta. 

Sta al chirurgo indicare la tecnica più adatta alle specifiche necessità della singola paziente, illustrandone adeguatamente vantaggi e svantaggi.

Sottoghiandolare Si separa la ghiandola dal piano muscolare, creando la “tasca” in cui alloggerà la protesi. 

✓ Vantaggi Permette di controllare meglio la forma della mammella, consentendo di correggere la caduta del seno in maniera più adeguata.

✓ Svantaggi C’è un maggior rischio di visibilità o palpabilità dei margini della protesi e di ‘rippling’, cioè ondulazioni della pelle che s’intravedono soprattutto in persone magre e con poco tessuto sottocutaneo. 

Sottomuscolare Il chirurgo crea la tasca per la protesi sotto il muscolo grande pettorale. Il posizionamento può essere totale, quando l’impianto è del tutto sotto il muscolo, oppure parziale, con la tecnica ‘dual plane, in cui l’impianto è posizionato sotto il pettorale nella parte superiore e sotto la ghiandola inferiormente. 

✓ Vantaggi Il muscolo che copre l’impianto minimizza la visibilità di alcuni effetti di una eventuale contrattura capsulare e delle plissettature (rippling), consentendo un esame mammografico più facilmente interpretabile, in quanto la protesi è ben separata dalla ghiandola dal piano muscolare. 

✓ Svantaggi Può indurre variazioni della forma della mammella durante l’attività fisica. È un intervento più lungo, più doloroso (ma controllato farmacologicamente), con un tempo di recupero un poco più lungo rispetto al sottoghiandolare.